domenica 17 giugno 2012

Prada shoes: I love it

Non sono una grande feticista in fatto di scarpe, ma, quando decido di comperarne un paio, sono molto esigente.
Mi piacciono le scarpe semplici, classsiche, impeccabili nei dettagli, molto precise nelle rifiniture e devono esprimere senz'altro classe.
In questo periodo cercavo delle decolleté con tacco alto dai 10 ai 12 cm.
Ho provato a considerare un paio di decolleté di vernice nera di un brand "italiano", che hanno subito rivelato un design gradevole sì, ma una realizzazione orrenda con dettagli imprecisi e mal realizzati.
Le ho subito rispedite al mittente: un marchio da battaglia!
Chi mai poteva tirarmi su il morale, se non Prada?
E qui voglio soffermarmi su un marchio italiano, fiore all'occhiello della nostra attività imprenditoriale e della nostra artigianalità migliore, elegante e curato nei dettagli.
Forse nessuno meglio di Prada impersona quell'Italian Style, che tanto gli Americani apprezzano e ci invidiano.

Ancora molte persone ricordano la prima boutique Prada nella Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, dove l'alta borghesia europea comperava borse ed accessori da viaggio di lusso.
In seguito questa piccola impresa fu tramandata dal fondatore Mario Prada a sua figlia Luisa e nel 1971 a sua nipote Miuccia.
Miuccia Prada, laureata in Scienze Politiche, nonostante avesse ereditato nel 1978 le redini dell'azienda dalla madre, aveva ben altri interessi.
Nella Milano delle lotte studentesche degli anni '70 aveva aderito al Partito Comunista Italiano e lottava per i diritti delle donne.
Nel 1985 disegnò una collezione di borse di nylon, senza etichetta, che presto divennero richiestissime nel mondo, e addirittura definite dai giornalisti come la punta di diamante tra gli accessori della donna.
Il sodalizio tra l'inventività di Miuccia e il senso imprenditoriale di suo marito Patrizio Bertelli, permisero all'azienda di decollare, dopo un periodo di stallo.
Nel 2006 Prada acquisisce anche definitivamente il prestigioso marchio di scarpe Church's.
Il marchio Prada ancora oggi non è soltanto collezioni di vestiti, scarpe o borse di lusso, ma un vero e proprio stile di vita elegante, efficiente, ricco di storia e tradizione, che gli stranieri hanno ben recepito e addirittura immortalato con ironia in un best seller diventato un famoso film "Il Diavolo veste Prada".


Tornando alle mie scarpe, mi soddisfano perchè sono classiche, progettate alla perfezione nell'arco, che dal tacco arriva al plateau.
Sono fashion nel ritorno alla forma a punta, ma non eccessiva, anzi appena abbozzata, e nel colore blu royal, che però rimane discreto e raffinato nella sua profondità.

Non a caso è notizia di questi giorni che la scrittrice Lauren Weisberger, autrice dell'ormai cult "Il Diavolo veste Prada", e che proprio nel libro si è ispirata alla sua reale esperienza nella redazione di una rivista di moda, a breve lancerà il secondo libro " La rivincita veste Prada, il ritorno del Diavolo", seguendo il filone del suo primo libro.
Ovviamente le case cinematografiche sono già in fermento per accapparrarsi i diritti.
Meryl Streep incarnerà ancora il personaggio di Miranda Presley?
Non ci sono notizie precise a riguardo, ma sembra che l'attrice sia disponibile, dichiarando ironicamente " Credo dovrò perdere un pò di chili prima".