giovedì 28 novembre 2013

L'abbronzatura 2 parte

Ancora negli anni '20 del XX secolo, la pelle candida è prerogativa imprescindibile della signora per bene.





Nel 1960 la cantante italiana Mina pubblicava il suo primo album " Tintarella di Luna".
In verità già nell'ottocento si cominciò a studiare gli effetti biologici positivi dell'esposizione solare.
Nel 1903 Niels Ryberg Finsen vinse il premio Nobel della medicina, trattando malattie infettive colla fototerapia.
Il fatto che la vitamina D venisse assorbita dal corpo tramite il sole, portava i medici a raccomandare le esposizioni solari.
Inoltre il fenomeno dell'industrializzazione capovolse abitudini e convincimenti.
Le classi abbienti, per consiglio dei medici, iniziarono a prediligere le vacanze al mare e all'aria aperta, prendendo bagni di sole.
Mentre le classi povere, che lavoravano al chiuso nelle fabbriche, iniziarono ad impallidire.
La tintarella cominciò a diventare sinonimo di salute, vacanza, bellezza da fare invidia.
La svolta decisiva non poteva che venire da Madmoiselle Coco.
Coco Chanel nel 1923 esibì con disinvoltura la sua carnagione dorata dopo una vacanza in Costa Azzurra.
Tanto bastò alle Parigine, che nel giro di pochi anni buttarono via dal loro armadio ombrellini, guanti e velette.
Negli anni '40 il cinema hollywoodiano presenta attrici in bikini, sdraiate ai bordi delle piscine.
Il prendere il sole diventa un canone estetico positivo, segno di benessere, rilassatezza, svago e status symbol.
Da allora l'abbronzatura nel mondo occidentale viene vista come simbolo di giovinezza, vacanza, prestanza fisica e mentale.
Attrici come Bo Derek e Jennifer Lopez hanno incarnato l'idea del "glamour", che l'abbronzatura può conferire.
Mentre personaggi come Briatore, uniscono l'immagine della vacanza in Sardegna al potere e al danaro posseduto.