Con alterne vicende la minigonna riesce a sopravvivere fino agli anni novanta e duemila, grazie anche all’uso che ne fanno le attrici in film allora in voga come Friends, Melrose Place, Sex and the City.
In una sequenza di Basic Instict, in cui Sharon Stone indossa un corto tubino senza biancheria intima, la minigonna arriva alle estreme conseguenze della seduzione.
Anche Non è la Rai, famoso programma televisivo di quegli anni, diventa centro di polemica, perché presenta adolescenti omologate in minigonna.
Nella prima decade degli anni duemila, accanto ai pantaloni a vita bassa in genere di cattivo gusto se non addirittura volgari, la minigonna continua a passare per le strade.
Spesso, nei mesi invernali, viene indossata con leggings, fuseax o pesanti collant.
Questo permette alle donne, non giovanissime di indossarla.
Nel 2005 in Gran Bretagna la catena di grandi magazzini Harvey Nichols fece un sondaggio per individuare il capo più amato dai propri clienti: la minigonna ottenne il primo posto.
Oggi la minigonna ha perso il suo valore simbolico controverso di liberazione-schiavitù della donna.
Ma alcuni paesi a maggioranza islamica da ben cinquant’anni non ne cessano il divieto.