"L'ultima volta che vidi Parigi" è un elegante e pretenzioso negozio nel centro della mia città.
Le panoramiche vetrine espongono sempre in bella vista lingerie elegante, estrosa od addirittura eccentrica.
Sia in vetrina che all'interno sugli ampi armadi a vista spiccano vestiti da sera lunghi, corti, ricchi di piume, voile, paillettes.
Alcuni su tessuti lucidi di raso hanno cascate di swaroski e profonde scollature sul decolleté o sul dorso.
Altri luccicano per il tessuto laminato.
Quello che più mi attira in questa boutique sono i vestiti estivi, specialmente quelli a sottoveste, fatti con tessuti evanescenti, tipo seta, dalle fantasie colorate, che in estate lasciano respirare la pelle, esaltano l'abbronzatura e fanno sentire comunque vestite ed eleganti in ogni situazione.
Ho comperato quest'estate lì un bikini in una fantasia sul rosso, tutto un tripudio di perline e piccole pietre variopinte incastonate: il più bel costume da mare che possegga.
Gli accessori come scarpe e borse non sono eccezionali, mancando lì i brand di grosso prestigio.
Poi ci sono cappelli e monili retrò, un pò di profumeria abbastanza ricercata, ma non di certo la più lussuosa che il mercato offra.
Comunque fin qui nulla da ridire, anzi è uno dei pochi negozi in centro, non appartenenti a catene, che si salva e naviga ancora in questi anni di crisi.
Il punto dolente è la gestione..
La proprietaria, bella, altera e arcigna, dietro i suoi occhi di ghiaccio, non spreca di certo il suo tempo ad accogliere i possibili acquirenti.
Ma come un ragno che piano piano trama la propria rete, rimane nascosta dietro i tendaggi.
Appena un cliente varca la soglia, gli sguinzaglia dietro il piccolo branco di commesse, che lei possiede.
A loro volta esse debbono essere sì gentili e disponibili, ma anche obbligate eventualmente a mentire sulla riuscita dei capi in dosso ai clienti e a spingere ad acquisti anche altamente improbabili.
In tempo di saldi regna poi il caos completo.
Le povere commesse devono districarsi su capi e capi accatastati, appartenenti non solo all'anno corrente, ma ad evidenti giacenze di anni passati.
Sono articoli che da anni subiscono lo stesso destino: all'inizio dei saldi costano il 20-30 per cento in meno, poi verso la fine della campagna di saldi vengono in genere ribassati al 50 per cento.
La proprietaria del negozio come un impassibile Caronte traghetta i cartellini dagli articoli alla cassa, dà il conto e striscia la carta.
Imperturbabile accenna un saluto a chi ha acquistato, mentre la commessa, sorridente per la vendita conclusa, apre la porta.
Se un abito lì acquistato, senz'altro alla massima quotazione possibile, poco dopo diventa informe (a me è capitato), si scolora (a me è capitato), o il tessuto perde l'originaria morbidezza, la proprietaria non ne risponde.
Il cliente ha sempre torto.